CFD vs Future immagine che sintetizza il concetto della differenza tra i due strumenti

Non tutti i broker sono uguali: il metodo rapido per validarli

October 27, 20253 min read

Quando si parla di leva finanziaria, molti mettono “CFD” e “futures” nello stesso cassetto. In realtà funzionano in modi diversi. Con i CFD non compri in borsa: tratti di fatto con il broker. Con i futures, invece, operi su una borsa ufficiale con regole identiche per tutti. Capire questa differenza non è un dettaglio: ti aiuta a leggere meglio i prezzi e a misurare il rischio con più lucidità.

Con i CFD il prezzo che vedi non è solo quello del sottostante (ovvero l’asset reale a cui si aggancia un prodotto finanziario), dentro ci sono anche altri valori del broker: lo spread (la differenza tra prezzo di acquisto e di vendita), i costi notturni, gli eventuali allargamenti quando escono notizie importanti, la rapidità con cui l’ordine viene eseguito. Per questo, qui la selezione del broker è parte integrante del rischio: se il broker è trasparente e lavora bene, la tua esperienza cambia radicalmente.

I futures vivono in un ambiente diverso. C’è un libro ordini pubblico, puoi vedere quante persone comprano o vendono e a quali prezzi. I costi sono più leggibili (una commissione chiara più la normale differenza tra domanda e offerta). Lo svantaggio è che i contratti hanno taglie minime e scadenze da gestire, ma le regole sono pubbliche e verificate.

Un altro punto spesso frainteso è la leva. È utile, ma non è un superpotere: moltiplica tutto, nel bene e nel male. Quello che davvero fa la differenza è dove metti lo stop e quanto grande è la posizione. Uno stop molto vicino rende i risultati più nervosi: puoi guadagnare o perdere più velocemente. Serve metodo, non improvvisazione.

Fin qui la teoria. Passiamo alla pratica. Prima di aprire e caricare un conto, prenditi cinque minuti e fai questo controllo rapido — senza tabelle, senza sigle, solo buon senso.

1. Verifica che il broker sia autorizzato. Cerca la ragione sociale esatta nel registro pubblico della Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (Consob) se opera in Italia, oppure nel registro dell’autorità del suo Paese se è estero (per esempio il Regno Unito o Cipro). I dati devono combaciare con quelli scritti nel sito del broker, compreso l’eventuale numero di licenza e l’indirizzo.

2. Controlla le  liste di avviso. La Consob pubblica regolarmente avvertimenti e indica i siti oscurati perché non autorizzati. Se trovi lì il marchio o il dominio, non serve altro: scarta e passa oltre.

3. Guarda come vengono custoditi i tuoi soldi. Devono essere separati dai fondi della società. Non basta una frase generica nella pagina marketing: cerca l’informazione nei documenti del broker (condizioni, termini, informativa sul denaro dei clienti). È un requisito di base della buona condotta.

4. Cerca la politica di esecuzione degli ordini e una tabella costi chiara. La politica deve spiegare dove e come avvengono le esecuzioni; la tabella deve elencare in modo comprensibile spread, commissioni, costi per tenere le posizioni di notte (overnight), eventuali limiti di orario e cosa può succedere quando escono notizie. Se non capisci, non firmare: in finanza la chiarezza è un dovere, non un favore.

5. Chiediti che modello opera il broker. Alcuni fanno da controparte e gestiscono in casa parte del rischio dei clienti; altri inoltrano gli ordini a fornitori esterni. Sono entrambe strade legittime, ma chi fa da controparte deve essere molto trasparente su come forma i prezzi e su come gestisce i conflitti di interesse. In ogni caso, diffida di bonus per fare volume, promesse di rendimenti garantiti o scorciatoie sulle regole: sono segnali da stop immediato.

Tiriamo le somme:

 I CFD sono comodi e flessibili, ma richiedono un’attenzione reale alla qualità del broker e ai costi variabili che il suo modello può introdurre. I futures offrono trasparenza e regole comuni, ma chiedono disciplina nella gestione delle scadenze e delle dimensioni. In entrambi i casi non vince la furbizia, vince il processo: scegli un intermediario solido, misura i costi reali delle tue operazioni, definisci in anticipo quanto puoi permetterti di perdere. La leva farà da megafono: se il tuo metodo è robusto, ti aiuta; se il metodo manca, amplifica gli errori.

 Responsabile Didattica e Docente

Cristina Tarullo

Responsabile Didattica e Docente

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