
Impatto dello shutdown USA sui mercati globali: effetti su dati, energia, dazi e Asia
Dallo 1° ottobre 2025 una parte dell’amministrazione federale statunitense è ferma per mancanza di nuovi stanziamenti approvati dal Congresso. Fra le attività sospese rientra anche la pubblicazione di alcuni dati macroeconomici ufficiali da parte delle principali agenzie statistiche (in primis BLS per il lavoro e BEA per i conti economici). Per i mercati finanziari questo equivale a viaggiare con una bussola meno precisa: senza il consueto flusso di indicatori su occupazione, inflazione e crescita, la lettura dello scenario diventa più incerta e i prezzi reagiscono con maggiore prontezza a singole notizie o indiscrezioni.
In termini semplici: quando mancano i punti di riferimento, la volatilità tende ad aumentare e le traiettorie dei prezzi possono presentare movimenti più bruschi del normale. L’effetto si trasmette ai tassi d’interesse, ai cambi, alle materie prime e persino alle catene di fornitura globali, perché le decisioni di politica economica e aziendale vengono prese con un quadro informativo più parziale del solito.
Che cos’è lo shutdown e perché incide sui mercati
Lo shutdown si verifica quando il Congresso non approva in tempo le leggi di spesa: la normativa federale impone la sospensione delle attività non considerate essenziali. Tra queste ricadono anche le pubblicazioni programmate di diverse agenzie, che durante lo stop congelano i propri rilasci e li riprendono soltanto alla riapertura del governo. La conseguenza pratica è un “blackout informativo” su alcuni report chiave come il Non‑Farm Payrolls (NFP), il CPI e talvolta aggiornamenti del PIL: elementi che, in condizioni normali, orientano le aspettative della Federal Reserve e degli investitori internazionali.
Come lo shutdown si trasmette ai mercati
Nel vuoto statistico, banche centrali e operatori ripiegano su indicatori privati e serie ad alta frequenza per farsi un’idea della congiuntura. Questo passaggio aumenta il premio per l’incertezza: le aspettative sui tassi diventano più volatili, e ciò si riflette tanto sulla curva dei Treasury quanto sul dollaro. In parallelo, gli asset percepiti come “rifugio” o “alternativa” mostrano spesso maggior domanda: nelle ultime settimane l’oro ha superato per la prima volta i 4.000 $/oncia e Bitcoin ha toccato nuovi massimi storici in area 125.000 $, segnali coerenti con la ricerca di protezione quando la visibilità macro diminuisce.
Sul fronte energia, l’alleanza OPEC+ ha annunciato per novembre un aumento molto contenuto dell’offerta (circa +137.000 barili al giorno). La scelta è prudente: riduce il rischio di shock dal lato dell’offerta ma non scioglie i dubbi sulla domanda globale dei prossimi mesi. Per l’inflazione headline questo rappresenta un cuscinetto: utile a evitare impennate improvvise, ma insufficiente a definire da solo una svolta strutturale dei prezzi.
Un altro canale è quello commerciale. Dal 14 ottobre 2025 entrano in vigore nuovi dazi USA: 10% su softwood lumber (legname) e 25% su diverse categorie di arredo (cucine e vanities, imbottiti), con incrementi programmati dal 1° gennaio 2026 su alcune voci (fino al 30–50%). Nel breve periodo questo può riallineare le rotte dell’export, spingendo una quota di produzioni asiatiche verso Europa e altri mercati; al tempo stesso può far salire i prezzi all’import e comprimere i margini delle filiere, specie dove il costo della materia prima e della logistica pesa in modo significativo.
L’Asia in primo piano
Mentre gli Stati Uniti “spengono” temporaneamente una parte dei loro dati, una parte dell’Asia sta esprimendo dinamiche proprie che rendono il quadro globale meno fragile di quanto potrebbe sembrare.
In Giappone, il cambio alla guida del partito di governo (LDP) con Sanae Takaichi ha rafforzato l’aspettativa di stimolo fiscale. La combinazione di spinta pro‑crescita e yen più debole — in area psicologica 150–155 USD/JPY — favorisce gli esportatori e sostiene l’azionario domestico, pur richiedendo attenzione alle eventuali mosse delle autorità nel caso di eccessi sul cambio.
In Corea del Sud, gli export di settembre sono risultati sopra le attese grazie al ciclo dei semiconduttori/AI, con livelli record per le vendite di chip: un’indicazione che la domanda tecnologica globale resta un punto di forza anche in un contesto macro incerto.
In Taiwan, l’indice TAIEX ha aggiornato i massimi storici, trainato da TSMC e, più in generale, dalla filiera dell’intelligenza artificiale. L’isola continua a funzionare da barometro del ciclo manifatturiero di fascia alta: ordini e guidance dei grandi foundry offrono indicazioni tempestive sulla domanda mondiale di componenti avanzati.
Implicazioni per Europa e Italia
Catene del valore: i dazi americani su legno‑arredo possono ridisegnare rotte e prezzi, con maggiore concorrenza sui listini europei e margini sotto pressione lungo la filiera (materie prime, componentistica, logistica).
Energia e prezzi al consumo: l’incremento OPEC+ è micro, quindi aiuta a stabilizzare parzialmente le attese sull’inflazione generale, ma la variabile chiave resta la domanda invernale.
Condizioni finanziarie: finché i dati USA non riprendono a fluire, tassi e cambi possono rimanere più volatili del solito; alla riapertura, l’“onda arretrata” di lavoro e inflazione potrebbe innescare ri‑pricing rapidi.
Cosa osservare nelle prossime due settimane
I punti di attenzione sono chiari. A Washington conterà ogni segnale di accordo‑ponte capace di riattivare BLS e BEA e di ridurre l’incertezza. Sul lato energia, le conferme o eventuali aggiustamenti al +137 mila barili/giorno deciso dall’OPEC+, insieme alla lettura delle scorte internazionali, aiuteranno a definire il sentiero dei prezzi. In Asia, la dinamica dello yen rimane un termometro del rischio regionale e delle possibili mosse ufficiali, mentre sul fronte industriale gli ordini di chip e le guidance dei principali foundry in Corea e Taiwan offriranno segnali utili sul ciclo manifatturiero globale. Infine, dal 14 ottobre sarà importante osservare gli effetti pratici dei nuovi dazi USA e le prime reazioni delle imprese coinvolte.
Fonti e trasparenza
Le informazioni qui riportate derivano da fonti ufficiali e da agenzie autorevoli. Per lo shutdown e le sospensioni dei dati, si rimanda alle comunicazioni di BLS e BEA; per la politica dell’offerta di greggio, ai comunicati OPEC+; per i dazi su legno e arredo, ai testi pubblicati sul Federal Register e alla proclamazione della Casa Bianca; per gli sviluppi dei mercati asiatici, ai dati e alle note ufficiali di borse e autorità competenti, oltre a coperture delle principali agenzie internazionali.


