
USA–Cina–Spagna: strette incrociate su export e dazi, mercati sensibili. Il punto di vista da Analista.
In 30 secondi
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Cina – Pechino stringe i controlli sull’export di tecnologie e materiali “abilitanti” (terre rare, magneti, componenti per batterie agli ioni di litio, incluse alcune voci di catodi/anodi, e grafite artificiale). Arrivano licenze più rigide ed elementi extraterritoriali; per diverse voci l’efficacia è fissata all’8 novembre 2025. Negli ultimi giorni sono stati aggiunti anche processi/attrezzature (es. diamante artificiale per taglio/politura di semiconduttori) tra gli esempi citati dai media/analisi tecniche compaiono polveri/utensili al diamante artificiale per lavorazioni hi-tech (da confermare nei testi attuativi MOFCOM).
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USA vs Cina – Trump ha annunciato l’intenzione di imporre un +100% di dazi su tutte le importazioni dalla Cina dal 1° novembre 2025 (o prima “se necessario”, annuncio, in attesa di atto formale); l’USTR ha chiarito che l’entrata in vigore dipenderà dalle mosse di Pechino.
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USA vs Spagna – Il 14 ottobre 2025 minaccia di dazi verso Madrid, collegando la disputa al mancato allineamento al target NATO 5% del PIL per la difesa (con la Spagna che indica ~2,1% e un’esenzione negoziata, annuncio politico: nessun dazio in vigore).
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Mercati – Dopo lo scossone iniziale, rimbalzo degli indici; oro a nuovi record (superati i 4.100 $/oz e, oggi, oltre 4.200 $/oz).
Che cosa sta succedendo
La mossa di Pechino non riguarda solo le materie prime, ma processi e know-how critici: dai magneti in terre rare alla raffineria, fino a componenti e attrezzature per batterie e grafite artificiale per gli anodi. L’architettura è quella delle licenze e di una portata che può toccare anche soggetti esteri se coinvolti nella filiera. Per molte voci, la data chiave resta l’8 novembre 2025. Negli aggiornamenti di ottobre rientrano anche restrizioni su polveri e utensili al diamante artificiale usati nella manifattura hi-tech.
Negli Stati Uniti, la Casa Bianca ha riacceso il contenzioso: +100% di dazi “orizzontali” su ogni prodotto cinese dal 1° novembre 2025 (o prima). Ad oggi è un annuncio politico, e l’USTR ha precisato che l’attivazione dipenderà dalle contromisure cinesi: il mercato, intanto, si prepara a scenari di impatto su prezzi e margini.
Sul fronte transatlantico, il 14 ottobre Trump ha minacciato dazi verso la Spagna, legando la questione al nuovo obiettivo politico discusso in ambito NATO (5% del PIL per la difesa), a fronte di un target spagnolo intorno al 2,1%. È un ulteriore fronte di incertezza per i flussi intra-occidentali.
Mercati: volatilità alta, poi recupero degli indici; il gold ha ritoccato ripetutamente i massimi storici (prima >4.100 $/oz, oggi >4.200 $/oz), con narrativa da bene rifugio e attese di ulteriori tagli Fed.
Perché conta
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Colli di bottiglia reali – Le misure cinesi toccano anelli di filiera lenti da sostituire: magneti, elettronica, difesa.
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Dazi “orizzontali” USA – Un +100% su “ogni prodotto” dalla Cina allarga l’impatto su elettronica, auto, macchinari, beni di consumo, con riflessi su prezzi e margini lungo la catena.
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Asse USA–UE sotto pressione – La minaccia verso la Spagna aggiunge un fronte intra-NATO, con possibili effetti su fiducia e catene logistiche europee.
In sintesi
Non c’è solo la stretta cinese o l’ipotesi di super-dazi USA alla Cina: si apre anche un fronte interno all’Occidente con la Spagna nel mirino. Il risultato è più incertezza regolatoria.
In fin dei conti, il mercato cambia velocemente a prescindere dalla notizia del giorno. Oggi sono i dazi, domani un dato macro, dopodomani una dichiarazione improvvisa. Quello che non cambia è la dinamica di base: ci sono acquirenti e venditori che si confrontano in ogni momento. Il prezzo è solo il risultato di questa spinta e controspinta.
Dentro questo gioco ci sono partecipanti diversi: fondi, retail, HFT, market maker, aziende che si coprono. Ognuno ha obiettivi, vincoli e orizzonti differenti. Per questo la stessa notizia non produce sempre lo stesso effetto: dipende da quanta paura o euforia c’è in giro, e perfino da “quando” accade.
Ecco perché non basta leggere il macro o la geopolitica e pensare di avere una risposta pronta. Quelle informazioni servono, ma vanno inserite nel contesto reale di quel momento, un contesto che cambia di continuo. Solo se capiamo in che ambiente ci muoviamo riusciamo a distinguere uno scenario da un altro con un minimo di coerenza.
In pratica, conviene chiedersi: qual è il clima di fondo.
Il comportamento del prezzo è il test più oggettivo che abbiamo.
L’obiettivo è semplice: stare dalla parte dell’informazione, non farsi trascinare dal flusso. Significa ascoltare le notizie ma verificarle e analizzarle sul grafico, dare spazio al contesto, essere pronti a cambiare idea se cambiano le variabili importanti. Così la velocità non ci travolge: la usiamo a nostro favore.
Alla fine, tutto si riduce a questo: le storie cambiano, i titoli passano, ma il mercato resta un equilibrio mobile tra acquirenti e venditori. Capire chi sta prevalendo adesso — e perché — vale più di qualunque slogan del giorno.


